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Minerva Pictures al Cinema Ritrovato di Bologna con quattro titoli in rassegna!

14 Giugno 2024

Bologna apre le porte del paradiso dei cinefili con la 38° edizione del festival Il Cinema Ritrovato, che si svolgerà all’ombra delle Due Torri dal 22 al 30 giugno. Anche quest’anno, Minerva Pictures sarà presente con quattro titoli in rassegna!

Si parte martedì 25 giugno alle 15:15 al Cinema Europa con Guerra 1915-18 (episodio di Amori di mezzo secolo, 1954) di Pietro Germi, per la retrospettiva Pietro Germi, testimone scomodo. “Rispetto ai registi della sua generazione, pur non volendo mettersi in mostra come autore e rimanendo fedele a una vocazione popolare, Germi è tra quelli che più hanno puntato, oltre la perfezione dei copioni, sulla forza della messa in scena, sulla potenza nella costruzione dell’inquadratura, della scena, del ritmo.” (dal programma de Il Cinema Ritrovato. A cura di Emiliano Morreale).

Mercoledì 26 giugno appuntamento alle 21:45 in Piazza Maggiore per la presentazione del nuovo restauro in 4k de La visita (1963) di Antonio Pietrangeli, con una splendida Sandra Milo. Introduzione a cura del Presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia, Sergio Castellitto. La proiezione precede una selezione di film Lumière, recentemente restaurati, presentati da Thierry Frémaux (Institut Lumière). Il restauro è curato da CSC-Cineteca Nazionale in collaborazione con Minerva Pictures.

Giovedì 27 giugno alle 16:45 al Cinema Modernissimo presenteremo l’anteprima nazionale della versione restaurata in 4k di Sbatti il mostro in prima pagina (1972), diretto da Marco Bellocchio e interpretato da Gian Maria Volonté, alla presenza del regista. Presentato al Festival di Cannes 2024 nella sezione Cannes Classics, il restauro, realizzato dalla Cineteca di Bologna in collaborazione con Surf Film, Kavac Film e Minerva Pictures, tornerà nelle sale di tutta Italia dal 4 luglio con 01 Distribution e Minerva Pictures.

Venerdì 28 giugno alle 14:30 al Cinema Arlecchino si chiude la programmazione targata Minerva Pictures con il restauro in 4k di Quattro notti di un sognatore (1971), di Robert Bresson. Ispirato al romanzo Le notti bianche di Fëdor Dostoevskij, l’opera fu presentata alla Quinzaine des Réalisateurs del 24º Festival di Cannes.

Ci vediamo a Bologna dal 22 al 30 giugno!

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“Sbatti il mostro in prima pagina” di Marco Bellocchio torna in sala in versione restaurata in 4K!

13 Giugno 2024

Felici di annunciare che torna al cinema Sbatti il mostro in prima pagina (1972), diretto da Marco Bellocchio e interpretato da Gian Maria Volonté, in versione restaurata in 4K dalla Cineteca di Bologna, recentemente presentato al Festival di Cannes 2024 nella sezione Cannes Classics, accolto da applausi e standing ovation. Dal 4 luglio al cinema con 01 Distribution in collaborazione con Minerva Pictures. Disponibile in anteprima il 27 giugno al Cinema Ritrovato, a Bologna.

Si tratta della versione restaurata in 4K dalla Cineteca di Bologna, in collaborazione con Surf Film, Kavac Film e Minerva Pictures, con la supervisione dello stesso Bellocchio; i negativi scena e suono originali sono stati digitalizzati da Augustus Color e restaurati presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata.

Interpretato da Gian Maria Volonté nel ruolo del redattore capo Giancarlo Bizanti, Sbatti il mostro in prima paginaracconta una storia che attraversa una serie di eventi reali – ha scritto Gian Piero Brunetta nella sua Storia del cinema italianoche hanno scosso in quegli anni la coscienza del paese. Si va dai riferimenti a primi episodi terroristici, come le bombe alla Fiera campionaria di Milano del 1969, o di cronaca nera (la morte di Milena Sutter) a episodi di guerriglia urbana o a eventi traumatici come la strage di Piazza Fontana, la morte dell’anarchico Pinelli, o quella dell’editore Giangiacomo Feltrinelli”. Un film, prosegue Brunetta, che ha “la capacità di trasmetterci il senso di tensione sociale di temperatura ideologica in aumento e di lotta cieca e senza esclusione di colpi tra le varie forze organizzate, istituzionali e spontanee”.

Alberto Moravia riassumeva su L’Espresso la vicenda narrata nel film: “Un giornale gode fama di organo di informazione oggettivo, imparziale, indipendente, illuminato. Ciononostante, o forse appunto per questo, si tratta di una facciata menzognera dietro la quale si nasconde un proprietario che difende con piena consapevolezza gli interessi dei gruppi di potere e un direttore cinico e pronto a tutti i compromessi. Accade che proprio alla vigilia delle elezioni l’opposizione attacchi i gruppi finanziari che si servono del giornale. Allarmato, il proprietario convoca Bizanti, il direttore, gli chiede di sviare l’attenzione del pubblico dalla vera pista rappresentata dai finanziatori del quotidiano, verso la falsa pista di qualche fatto di cronaca apolitico. Per l’appunto, in quei giorni, una ragazzetta, Maria Grazia Martini, è stata ritrovata violentata e strangolata in un prato della periferia. Una lettera anonima inviata al giornale promette informazioni sull’assassino. Bizanti non perde tempo e si dà con alacrità al creare il diversivo del mostro. Bizanti ha fortuna. Incastra l’autrice della lettera, una povera donna gelosa, e le strappa il nome del presunto assassino, un ragazzo della contestazione. Bizanti non sperava tanto: ecco il mostro e, per giunta, situato, politicamente, a sinistra. A questo punto, però, un giovane redattore, Roveda, non se la sente di seguire il direttore nelle sue immaginose ricostruzioni”.

Goffredo Fofi, co-sceneggiatore del film assieme a Sergio Donati, ha raccolto nel suo Il cinema italiano d’oggi (1984) la testimonianza di Marco Bellocchio: “La lavorazione di Sbatti il mostro in prima pagina era iniziata con Sergio Donati come sceneggiatore e regista. Di comune accordo lui e il produttore avevano giudicato che Donati non era in grado di poter passare ancora alla regia, e così Franco Committeri si dette da fare per trovare uno che riprendesse il film. Io accettai perché m’interessava un’esperienza di questo genere; saltare su un treno già in marcia, vedere cosa si poteva fare come lavoro strettamente professionale, e anche trasformare il film, che era un giallo sul mondo del giornalismo milanese, in un film di taglio politico. Mi trascinai appresso Fofi e con lui riscrivemmo velocissimamente la sceneggiatura giorno per giorno, mentre si girava. Restarono gli ambienti, restarono quasi tutti gli attori, ma vennero aggiunti nuovi ruoli, tra cui quello fondamentale di Laura Betti, e la storia diventò completamente diversa”.

Questo il ricordo dello stesso Goffredo Fofi: “Il mio modello era il Fritz Lang dei piccoli film americani. Una storia veloce che mostrasse il funzionamento del potere dentro i mass-media a partire da un caso di manipolazione politica che era ricalcato su quello di Valpreda”.